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“Uomini, chiudete le gambe sul metro!” (altrimenti vi arrestiamo)

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menspreading905

“Sembra essere il tormento di tante donne che si spostano in metro, un vero e proprio flagello,  secondo questo articolo del New York Times : “Uomini, chiudete le gambe”: si chiama ‘manspreading’ ed è l’abitudine maschile a occupare più posti in metro. Due arresti in Usa.

No, non si sta parlando di un assassino seriale e neanche di Jack lo squartatore versione newyorkese, bensì del cosiddetto “manspreading” (letteralmente l’uomo che si allarga), cioè l’abitudine dei maschi di sedersi nei vagoni del metro a gambe aperte occupando quanto più spazio del dovuto. “Pare che gli uomini – continua il delirio, chiedo scusa, l’articolo del New York Times - considerino questo comportamento addirittura come una sorta di diritto inalienabile.

Al punto tale che la Metropolitan Transportation Authority della città ha lanciato una campagna per sensibilizzare gli uomini a un corretto comportamento in metro, invitandoli a “sedersi occupando meno spazio”, non “due o tre sedili per volta”. Ma non è tutto, perché il manspreading” è diventato un atto punibile per legge. Almeno due uomini – secondo un report del Police Reform Organising Project – sono stati arrestati per “manspreading”, cioè perché “stavano occupando più di un posto creando in questo modo un problema per gli altri passeggeri”.

Il provvedimento ha suscitato (meno male…vuol dire che perfino negli USA, patria del femminismo più radicale, non tutti/e si sono bevuti/e il cervello) diverse polemiche e anche un po’ di ironia. ”Perché a questo punto non arrestare anche chi non si lava le ascelle o ha l’alito cattivo?” è stato il commento di parecchi sulla rete.  “Forse – si sono chiesti i più birichini fra i commentatori  – perché anche le donne soffrono di alitosi e di sudorazione maleodorante?”

Una blogger, tale Elisabeth Plank – cito l’articolo testualmente – “ha provato a fare “manspreading” (cioè ha allargato le gambe)con una telecamera nascosta, dimostrando così che quando una donna occupa lo spazio pubblico come un uomo non passa certo inosservata. Ha ripreso passeggeri che la guardavano di traverso, alcune proteste e un ragazzo l’ha addirittura fotografata”.

Non stentiamo a crederlo. Del resto non c’è bisogno di allargare le gambe e occupare due sedili per non passare inosservate; è sufficiente anche solo accavallarle quando si indossa una minigonna “girofica” oppure un perizoma infilato tra le chiappe (comportamenti assolutamente usuali e considerati del tutto normali) per turbare le “sensibilità” dei tanti, diciamo pure dei più.

Ma il delirio non è finito, perché un’altra giornalista del N.Y.T., tale Emma G. Fitzsimmons, ci spiega, naturalmente,  “che gli uomini si comportano così in parte per una questione di comodità e in parte per una questione di potere”. E figuriamoci, è ovvio che un simile irriguardoso comportamento non può che essere un cascame della cultura maschilista e patriarcale.

Non solo. Ha anche intervistato Peter Post, l’autore del libro “Essential Manners for Men” e nipote della guru dell’etichetta Emily Post “che ha ribadito che sedersi a gambe larghe, in un posto pubblico, oppure di fronte ad altre persone, è assolutamente contrario a ogni regola del bon ton”.

Dopo tutto ciò ci sentiamo senz’altro più rassicurati.

Capisco che il termine di paragone può sembrare esagerato e sicuramente lo è, ma questa vicenda mi ha riportato alla mente quella di Rosa Parks, la donna afroamericana che rifiutò di cedere il suo posto sull’autobus a un bianco e che per questo fu arrestata.

Arriverà il giorno in cui un uomo si farà arrestare per protesta allargando di proposito le gambe sul metro?



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